Sinossi e note di regia

Il Film

Scritto con Stefano Collizzolli, prodotto da ZaLab con Rai Cinema e Luce Cinecittà,  il film è il risultato di un lungo viaggio in tutta la penisola per raccontare il rapporto con la vita, la memoria,  il passato ed il futuro di un gruppo di uomini e donne nati ottanta, novanta, cento anni fa, alla ricerca di un mondo “fino a ieri” che a volte appare remotissimo e a volte stranamente presente. Questo viaggio in Italia è iniziato nel 2019 grazie al progetto ARCHIVIO ’900, curato da ZaLab Film.

Sinossi

Il protagonista di questo film è il tempo, rimasto nelle pieghe della vita. 

È un film su dei bambini e dei giovani che ora, con le rughe disegnate sul viso, ritornano indietro, a volte come se fossero di nuovo là dove sono stati. 

In questa distanza che cerca di annullarsi abita il confronto fra il tempo che resta e quello che resterà. 

Una riflessione sulla vecchiaia e su cosa si può scoprire guardandosi in questo specchio. 

Quando il passato riemerge può rivelarsi indomabile e diventare un altro presente, il qui e ora di uno spazio nitido e indefinito allo stesso tempo, sospeso in uno stato d’animo che toglie il fiato.
Il film realizza un viaggio dentro questa dimensione, raccontando cosa significa attraversare questa soglia e restarci in bilico fra lacrime inattese e risate improvvise.
Il tempo rimasto è un flusso fragile e resistente lungo un sentiero che vuole disorientare anziché portare in un luogo preciso: i frammenti di vita lontana si inanellano e scivolano uno dentro l’altro legando fra loro persone lontane, ma procedendo per il sentiero si riconosce il filo leggero e solido che può guidare chi percorre questo labirinto.

Note di regia

Daniele Gaglianone

Ne Il tempo rimasto è più importante perdersi che arrivare a destinazione. Un’elegia alla vita che se ne va e a quella che resta, nascosta da qualche parte in attesa d’essere raccontata ancora.

Realizzare Il tempo rimasto è stata un’opportunità che spero sia condivisa dagli spettatori: la possibilità di ascoltare parole che sembra che la nostra società non voglia più ascoltare; osservare e scrutare volti che la nostra società sembra non voler più vedere. Mai come in questi due anni di pandemia si è parlato di chi ha molti anni sulle spalle e vive una condizione di fragilità; ma nello stesso tempo la vecchiaia è sparita dalla nostra quotidianità. L’attenzione alla salute degli anziani ha prodotto un allontanamento dal resto delle persone. Nel film non si parla di emergenze sanitarie e l’attualità non domina il procedere del racconto, tutt’altro. Dopo aver fatto questo lungo viaggio in decine e decine di storie, di ricordi tristi e felici, penso di aver vissuto il privilegio di incontrare un mondo prezioso. Farebbe bene al nostro mondo bulimico, sempre più schiacciato su un presente scivoloso perdersi in questo tempo sospeso. Sarebbe saggio prenderselo questo tempo di ascolto e di incontro, andando alla ricerca del tempo cristallizzato in una fotografia, in un brillare di occhi, in una risata, in un silenzio.


Daniele Gaglianone